Le note agrumate

Stuzzicano il nostro olfatto con i loro freschi effluvi, sono spesso collegati a profumi da indossare con il clima estivo, esprimono gioia e accedono il sorriso quando arrivano alle nostre narici… Di cosa sto parlando? Ma naturalmente degli agrumi e delle loro essenze!

L’arancio amaro e quello dolce, il sanguinello, il tarocco, il bergamotto, il limone, il mandarino, il lime, il pompelmo, il cedro e, ultimamente, anche lo yuzu sono i principali rappresentanti di questa grande famiglia di frutti, dalla cui buccia si ricavano oli essenziali – ingredienti fondamentali e sempre presenti nella palette del profumiere.

ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCA RIZZATO PER MUSA

La mitologia greca narra che fossero i frutti più cari alla dea Era e che crescessero nel famoso giardino delle Esperidi. Queste ninfe, insieme al serpente Ladone, qui custodivano l’albero dei Pomi d’oro, identificati proprio come agrumi (qualche volta anche come mele: ma il tema è da sempre dibattuto dagli studiosi di mitologia classica!). Dal nome delle ninfe arriva la denominazione di note «esperidate» usata in profumeria per riferirsi alle note olfattive degli agrumi.

Sono note dinamiche, frizzanti e volatili che appena spruzzate si diffondono rapidamente intorno a noi; sono il primo sentore della composizione di numerosi profumi, utilizzate per «aprire» le fragranze, annunciarne la presenza e catturare subito la curiosità di chi le prova. In altre parole sono il primo contatto che deve «catturare il naso» e la curiosità, invitandoci ad andare oltre.

L’olio essenziale si trova nella buccia degli agrumi e il suo contenuto varia tra il 2 ed il 4% del peso; la tecnica estrattiva classica consiste nell’inviare il frutto, intero e lavato, a una macchina pelatrice che tagliuzza velocemente e in progressione la buccia esterna in modo da provocare la fuoriuscita dell’olio essenziale, poi lavato via da un getto di acqua corrente continuo. L’emulsione acqua-olio che si ottiene viene poi trattata prima per centrifugazione liquido-liquido (in modo da eliminare la maggior parte dell’acqua dall’essenza, che poi viene purificata per distillazione) così da ottenere l’olio essenziale. Il frutto decorticato viene infine avviato alla pressatura per ottenere il succo o per essere impiegato per altri usi alimentari. Gli oli essenziali ottenuti hanno, a secondo del frutto di origine e del suo grado di maturazione, un colore che varia dal giallo paglierino all’arancione scuro.

Note di testa per eccellenza, gli oli essenziali degli agrumi sono costituiti da qualche centinaio di molecole in rappresentanza di quattro classi principali di composti chimici: i terpeni (limonene, beta pinene, mircene), gli alcoli (linalolo, terpineolo), le aldeidi (geraniale, nerale), gli esteri (linalil acetato, neril acetato, geranio acetato, antranilato di metile). L’alta volatilità di questi oli essenziali – e quindi la loro debole persistenza – è dovuta al basso peso molecolare medio: durano infatti non più di un’ora dalla prima spruzzata di profumo.

Riguardo alla distribuzione dei componenti chimici negli oli essenziali degli agrumi, i terpeni sono presenti fino al 90- 95% a secondo del tipo di agrume; gli altri componenti si spartiscono il restante 5-10%, ognuno dei quali in quantità variabili tra 0,1%-2%. Ma anche se in basse percentuali, il loro effetto olfattivo è comunque determinante per esprimere il carattere dell’olio essenziale.

Gli agrumi costituiscono gli ingredienti principali delle acque di Colonia, profumi d’elezione del periodo estivo: non impegnative, leggere, perfette per rinfrescarsi e darsi una sferzata d’energia di giorno, così come da indossare nelle calde serate estive, s’intonano alla con la pelle abbronzata e a un abbigliamento sia casual, sia elegante. Nelle diverse acque di Colonia in commercio, ognuno può ritrovare la sua nota sgrumata preferita: dalla frizzantezza del limone alla morbidezza del bergamotto, fino all’eleganza del pompelmo. Oggi, pur conservando la loro struttura principale agrumata, si trovano in commercio anche Colonie floreali, speziate e legnose, che ampliano la platea di potenziali clienti.

Se siete incuriositi da questo racconto vi invito ad annusare e provare:

•  l’Eau de Cologne originale Farina
•  il suo alter-ego Kolnwasser 4711
•  la classica acqua di colonia proposta da Roger&Gallet (creata nel 1806)
•  le eleganti Eau del catalogo Diptyque

Qualsiasi cosa scegliate, ricordatevi che l’acqua di Colonia rappresenta un profumo classico che va ben oltre le mode del momento. E voi… di che acqua di Colonia siete?

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