I benefici del sole sul nostro organismo sono arcinoti, ma sempre di più lo sono anche i danni che può provocare: dall’invecchiamento cutaneo prematuro (il cosiddetto fotoaging) agli eritemi, dalle macchie solari a una serie di altre complicazioni, che purtroppo a volte possono risultare anche gravi. Proviamo insieme ad approfondire l’argomento.
I raggi solari si possono suddividere in due tipi: gli infrarossi (IR), che generano calore e la cui azione nociva sulla pelle è tuttora oggetto di studio, e gli ultravioletti, che possono essere responsabili di danni alle strutture di sostegno della pelle (collagene ed elastina), dell’invecchiamento cutaneo (comparsa o accentuazione di rughe) e di alcune patologie, anche importanti. I raggi ultravioletti si suddividono in tre tipi: UVA, UVB e UVC: gli UVC non penetrano l’atmosfera, mentre gli altri (UVA e UVB) arrivano fino a noi.
Gli UVA raggiungono il derma in profondità e stimolano la produzione di melanina. Possono virtualmente passare senza alcun impedimento attraverso le nuvole e lo smog, i vetri e le finestre. Sono responsabili della produzione di radicali liberi e quindi di un prematuro invecchiamento cutaneo, ma anche di danni solari a lungo termine e di mutazioni genetiche come, purtroppo, il melanoma.
Gli UVB raggiungono invece soltanto l’epidermide e sono responsabili della prima fase dell’irraggiamento. Possono bruciare e danneggiare la pelle anche seriamente, soprattutto d’estate e in particolare a determinate altitudini e orari (variano infatti d’intensità in base al luogo geografico e al momento della giornata). Sono responsabili delle scottature superficiali, ma anche di danni diretti al DNA.
Per proteggerci da queste radiazioni ed evitare i problemi causati dalla sovraesposizione è necessario prestare attenzione ad alcuni importanti accorgimenti e prendere il sole in modo giudizioso.
Queste parole vi suoneranno familiari: è consigliabile non esporsi al sole nelle ore più calde, proteggersi sempre sotto l’ombrellone, indossare cappelli e indumenti leggeri, ma anche occhiali da sole e – ovviamente – utilizzare cosmetici contenenti filtri solari, ovvero (secondo il regolamento CE n.1223/2009 del 30 novembre 2009) «sostanze destinate esclusivamente o prevalentemente a proteggere la pelle da determinate radiazioni UV attraverso l’assorbimento, la riflessione o la diffusione delle radiazioni UV».
La protezione solare più adatta a ciascuna di noi deve essere scelta sia in base al fototipo (siete bionde o more? Avete le lentiggini? Vi scottate facilmente? Avete la carnagione molto chiara oppure olivastra? Fate questo test che trovate su www.fondazioneveronesi.it per capirne di più) sia all’intensità delle radiazioni (andate in vacanza in agosto a Pantelleria o a ottobre in Irlanda?) e va applicata più volte al giorno, specialmente dopo aver fatto il bagno o la doccia.
Il mercato dei solari è vasto e variegato, e il dibattito è acceso sul modo in cui si calcola il fattore di protezione, sull’esistenza di due tipi di filtri (fisici o chimici) e sulla possibilità di scegliere solari ecobio… Per tutto questo continuate a leggerci: il nostro approfondimento non finisce qui!
Un’ultima curiosità: è necessario usare la protezione solare tutto l’anno?
Nel suo libro Un’amica per la pelle, la dottoressa Pucci Romano spiega che la pelle ha in sé gli strumenti per riparare i danni causati dal sole e a questa domanda risponde così: «Sono sempre stata contraria. Quando ci esponiamo al sole, d’estate sulla spiaggia, i filtri sono necessari a proteggerci, ma non credo che abbia senso usarli tutto l’anno, anche in città e nei mesi invernali. Oggi molte creme contengono filtri che applichiamo senza saperlo, finendo con il disabituare la pelle al contatto col sole».