Game of Soaps #3

Proseguiamo le nostre scorribande nel tenebroso passato del sapone, per scoprire qualcosa di più sulla sua storia e i suoi segreti. Andiamo prima a Marsiglia (dove sennò?) e poi negli Stati Uniti, a bussare alle porte della storica Procter&Gamble, per arrivare ai giorni nostri e concludere questo viaggio nel sud d’Italia, dove abbiamo scovato due aziende che producono sapone artigianale e che hanno una storia davvero speciale, meritevole di essere raccontata.

Cominciamo però con qualche curiosità: sapete che il sapone così come lo conosciamo oggi – un prodotto assai diffuso e non più raro o costoso come quello artigianale di un tempo –, è nato a Marsiglia nel 1791?

Questo è accaduto grazie al medico Nicolas Leblanc, che è riuscito a sintetizzare il carbonato di sodio dal sale marino in soli due passaggi, con un po’ di carbone e calcare. Grazie alla sua rivoluzione (che purtroppo non gli ha portato molta fortuna nella vita, ma questa è un’altra storia…), nel giro di due anni la sua fabbrica è stata in grado di sfornare 320 tonnellate di sodio all’anno. Per soddisfare la domanda di sapone e sostenere i ritmi di produzione, in breve tempo è stato necessario addirittura ricorrere all’olio di cocco e di palma, perché quello d’oliva non bastava più.

Tra le date più importanti della nostra cronostoria c’è senz’altro il 1861, anno in cui Ernest Solvay migliora il metodo Leblanc e chiama il suo carbonato di sodio Soda Solvay… Vi dice niente? Se vi capita, andate ad aprire l’armadietto dei detersivi delle mamme o delle nonne, e probabilmente troverete il detergente «ecologico e multiuso» Soda Solvay, più o meno tale e quale ad allora. Ma il 1861 è molto importante anche perché è di certo l’anno in cui si può finalmente fissare la data di nascita del sapone come strumento di igiene personale, grazie alle saponette di Procter & Gamble: fabbrica fondata a Cincinnati da un candelaio di Londra e un saponiere irlandese, emigrati negli USA nel 1830.

Già a metà dell’Ottocento la P&G è un’azienda pionieristica: investe infatti moltissimo in ricerca e sviluppo, migliora la produzione del sapone tradizionale e scopre i detergenti sintetici. È proprio la P&G, per esempio, a inventare la pubblicità indiretta, finanziando le soapopera – alla radio prima e in televisione poi –, e mettendo i giocattoli nelle scatole del detersivo in polvere, per spingere i bambini a persuadere le madri ad acquistarli. Oggi la P&G si occupa soltanto di comunicazione per i propri marchi (tra cui Ariel e Ace), fattura 79,7 miliardi di dollari e ha 127.000 dipendenti sparsi in tutto il mondo.

Foto di Claudia Zalla, Styling Studio Testo

La storia di LunAroma è quella di una piccola azienda della Sabina (terra antica e affascinante, dove abbonda l’olio d’oliva) nata nel 1997, da una grande passione per le piante officinali e le loro infinite proprietà.

I saponi di LunAroma contengono il 30% d’olio d’oliva e sono impastati a mano, a bassa temperatura, in modo da non alterare i principi attivi degli oli essenziali, dei decotti di erbe officinali e degli oli macerati. Le colorazioni impiegate sono «naturali»: per ottenerle vengono utilizzati ingredienti come la cannella per il marrone, la carota e la calendula per il giallo, gli spinaci per il verde, la paprica per il rosso, e via dicendo.

LunAroma rispetta le tradizioni antiche dell’arte della saponificazione, ma è inserita nella contemporaneità, poiché si dimostra particolarmente attenta anche all’ambiente e al sociale. Un esempio? Tutte le scatole dei saponi sono realizzate grazie a un progetto equosolidale che vede coinvolte sessanta donne residenti nei villaggi nei dintorni di Chiang Mai, in Thailandia.

In foto: saponi di LunAroma al pino alpino, alla menta, all’alloro e mandarino e alla verbena.

Naturarci è un’azienda che ha sede nel sud della Calabria, in un territorio meraviglioso affacciato sul mar Ionio, caratterizzato da un clima mite e da profumi inconfondibili come quello del bergamotto e del gelsomino. Produce saponi liquidi e solidi (venduti anche al taglio e al chilo) oltre che detersivi per la casa, sali da bagno, oli essenziali e altro ancora.

I suoi saponi artigianali sono a base di olio d’oliva e vengono realizzati impiegando materie prime del territorio, ma anche mettendo in pratica uno stile di vita di tipo rurale. La terra è generosa nella zona del reggino e offre ingredienti preziosi come l’olio d’oliva, la lavanda, il mirto, il rosmarino e le mandorle dolci. Il sapone di Naturarci viene realizzato utilizzando proprio questi ingredienti vegetali, provenienti da coltivazioni che non utilizzano sostanze chimiche e fitofarmaci.

In foto: saponi di Naturarci all’olio d’oliva con miele e cera d’api e burro di karité

Colonna sonora: «Heal», Soap&Skin

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