Guida pratica alla meditazione: capitolo 2

Dove sono? QUI.
Che ore sono? ORA.

A partire da queste due domande – ma soprattutto da queste due risposte! –, possiamo fare un’interessante riflessione. Perché mai, infatti, dovremmo avere la necessità di ricordarci dove siamo e quale tempo stiamo vivendo? La risposta è semplice (almeno in apparenza): perché la nostra mente è abituata a viaggiare di continuo nel tempo.

Solitamente, nel corso della giornata, i nostri pensieri si focalizzano su momenti o sensazioni passate e possibili avvenimenti futuri. Tutto questo è sicuramente utile per comprendere e prevedere la quotidianità, oltre che per essere pronti a reagire alle circostanze della vita (anche le più banali), ma spesso ha un risvolto negativo sul nostro stato mentale ed emotivo.

• Pensare al passato: l’abitudine ossessiva di rivolgere l’attenzione al «prima», ci fa rimuginare sugli eventi trascorsi e non ci consente di lasciar andare persone e situazioni difficili – quindi di staccarci da tutto ciò che non ci fa stare bene (o che non ci serve più).
• Pensare al futuro: pensare troppo spesso a eventuali avvenimenti futuri, per contro, ci fa vivere nella preoccupazione, nell’ansia e nell’angoscia.

Il risultato, in entrambi i casi, è uno stato di forte stress che permea le nostre giornate, le settimane, i mesi e infine la nostra vita intera. Eppure, pensateci bene, la vita è solo nel presente: l’unico momento che esiste e che ci permette di vivere davvero! Tutto ciò che non si trova QUI e ORA è solo un’illusione della mente.

illustrazione di Irene Zocco per MUSA

Come si vive nel presente?
Lo strumento per ridimensionare la continua navigazione nel tempo e nello spazio ci viene dato proprio dalla meditazione. Anzi, potremmo dire dal nostro corpo. In effetti, la maniera più semplice per ancorarsi al momento presente è legata alle sensazioni fisiche. Pensateci bene: la percezione del nostro corpo o del nostro respiro è QUI ed è ORA. Proviamoci insieme!

• La posizione: sedetevi su un cuscino con le gambe incrociate e le ginocchia a terra (o comunque più in basso rispetto all’altezza delle anche), oppure su una sedia. La schiena deve essere dritta in entrambi i casi, ma non appoggiata: nella pratica della meditazione la postura è molto importante, perché permette all’energia di scorrere in maniera fluida e alla mente di essere facilmente ossigenata, oltre a mantenerci presenti. Le scapole ruotano indietro e le spalle, abbassandosi, si rilassano. Le mani si poggiano leggere sulle cosce o sulle ginocchia. Il mento si abbassa leggermente.

• Cosa fare: chiudete gli occhi e fate qualche respiro profondo. Provate poi a concentrarvi su una qualsiasi parte del corpo… Poniamo che sia un piede. Seguite con la mente la sua forma, ascoltate il lato di pelle che poggia a terra, le sensazioni che il pavimento freddo o caldo provoca, la percezione del dorso del piede, della pianta, delle dita. Lo sentite pesante? Sentite tensione in qualche punto in particolare? Percepite delle vibrazioni? Provate a fare lo stesso anche con l’altro piede e poi magari anche con le mani. Sentite la pesantezza dei muscoli poggiati, eventuali reazioni non controllate come piccolissimi e quasi impercettibili movimenti delle dita o delle articolazioni.

Non cercate nulla in particolare: osservate solo quello che accade e le percezioni che avete, senza respingerle, senza aggrapparvi a loro, senza giudicarle. Provate a chiedervi: «come sta il mio piede/la mia mano/la mia gamba/… adesso?» ma anziché rispondere con le parole, lasciate che siano le percezioni a muoversi. L’attenzione si connette al corpo.

Ci sono sensazioni più o meno forti, parti del corpo che si possono avvertire nettamente e altre che fatichiamo a percepire, sensazioni piacevoli, spiacevoli o magari neutre. Benissimo, lasciate che sia.

Se vi distraete e i pensieri vi portano nel passato o nel futuro, lontano dal QUI e ORA, non importa: notate la cosa e poi tornate gentilmente a chiedervi «come sta il mio piede/la mia mano/la mia gamba/… adesso?» Tornate quindi all’idea di essere presenti, consapevoli del vostro corpo, senza cercare nulla in particolare, ma aperti alle sensazioni.

Se ne avete bisogno, impostate un timer e lasciatevi andare alla meditazione, finché il suono non vi segnalerà di aver terminato la pratica. A quel punto, muovete dolcemente le dita delle mani e dei piedi, il collo, il corpo e, quando siete pronte, aprite piano gli occhi.

Congratulazioni! Avete appena concluso la vostra prima pratica meditativa.

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