Intervista a Maura Gancitano: fascino e potenza di una musa del pensiero filosofico

Scrittrice, filosofa e fondatrice di Tlon (agenzia di eventi, progetto di divulgazione culturale, aggregatore di comunità, casa editrice e libreria teatro), Maura Gancitano si occupa di parità di genere, diversità e inclusione, spazi pubblici digitali e comunicazione culturale, e collabora con numerose università e istituzioni.

Ha scritto insieme ad Andrea Colamedici diversi libri, tra cui La Società della Performance (Edizioni Tlon 2018), Liberati della brava bambina. Otto storie per fiorire (HarperCollins 2019), Prendila con Filosofia. Manuale di fioritura personale (HarperCollins 2021) e L’alba dei nuovi dèi (Mondadori 2021) e con lui realizza i podcast Scuola di Filosofie e Audible Club su Audible. Collabora con Linus, Donna Moderna, Vanity Fair e Radio1.

L’intervista è stata condotta qualche settimana fa e ancora non sapevamo che la sua ultima opera, pubblicata da Einaudi, è Specchio delle mie brame. La prigione della bellezza, nelle librerie il prossimo 3 maggio!

Maura c’ispira perché è forza di riflessione continua; è icona del sapiente uso della parola, dell’ascolto gentile e non giudicante, del perdersi fuori dai sentieri tracciati per imparare a fiorire, del coltivare quotidianamente la meraviglia.

Maura Gancitano, foto di Rino Bianchi

Ciao Maura, è un piacere averti qui. Noi siamo abituate a vederti in video e ad ascoltarti, seguiamo con entusiasmo il tuo lavoro. Tu invece, quando ti guardi allo specchio, come ti vedi?
Non so bene come rispondere… sono sempre un po’ proiettata verso il futuro, mi vedo in movimento, spinta dalle passioni. Potrei dirvi «madre e moglie», ma le percepisco come etichette finite mentre io mi vedo come un essere umano in divenire, che sta facendo esperienza.

Ti saresti immaginata così, da bambina?
Dal punto di vista affettivo e personale, no. Ho molto più di quanto avessi immaginato. Dal lato intellettuale e professionale, sì. Da piccola dicevo sempre a mia madre che avrei voluto continuare a viaggiare e a studiare, che è un po’ quello che faccio.

Sarò scontata nel dirti di essere una tua fan, ma quando ti ascolto rimango sempre meravigliata dalla tua intelligenza pacata eppure implacabile, come una marea continua. A te capita mai di sentirti inappropriata, di avere la sensazione di dire la cosa sbagliata, di pensare «ma cosa ho detto»? E cosa fai in quei casi?
In realtà mi focalizzo sempre sul futuro, su quel che ancora non so e che non ho ancora studiato. Forse mi sento sempre approssimativa, ma è per me una spinta all’approfondimento e all’ascolto. Sono però anche sempre molto a mio agio con quel che faccio e con le mie lacune… Un esempio? La Storia: avevo sempre difficoltà a collocare storicamente gli eventi e poi ho finito con l’appassionarmi, ne sono quasi ossessionata. In questo senso ho un po’ la sindrome di Zeigarnik. Bluma Zeigarnik è stata una psicologa che, osservando i baristi viennesi al lavoro, ha dimostrato come alcune persone ricordino perfettamente soltanto le cose incompiute. Anche per me è così. Perciò non mi sento un’impostora, anche se c’è chi lo vorrebbe (ride, ndR)! Mi sento sempre ignorante davanti alle cose sconfinate che ancora non conosco. Questo sì. E cerco di porvi continuo rimedio.

Hai detto una cosa che mi ha colpito recentemente, durante il festival Educazione Femminile Plurale, e cioè che la «felicità ha a che fare con il senso delle cose» mentre la contentezza ha a che fare col mettere in ordine, col fare i compiti che ci siamo prefissate. Potresti spiegare meglio questa differenza e dirci perché è così importante?
Esattamente: essere contenti significa essere soddisfatti, per esempio quando si porta a termine una lista di cose da fare. È importante, ma non vuol dire essere felici. «Felicità» è altro: non viene dal senso del dovere né dal bisogno di approvazione esterna. «Felicità» ha a che fare con la strada, lo scopo, il percorso che fai. Distinguere queste due cose è fondamentale, per riconoscere quel che dà un senso alle nostre giornate, e non trascurarlo. Cercare di ritagliare del tempo per i propri desideri autentici, che non sono oggettivi né immutabili. Noi donne poi ci troviamo a fare sempre di più, a voler fare tutto per cercare di essere felici… e questo ci mette sotto una pressione ancora maggiore, per cui è facile abbattersi.

Sul blog di Tlon c’è un articolo, scritto da tuo marito Andrea Colamedici, che esalta l’invidia come un superpotere da coltivare fino a invidiare sé stessi, che è una cosa bellissima. E io mi chiedo: tu cosa invidi di te stessa?

Difficile… probabilmente la capacità organizzativa, la progettualità. Programmare e portare avanti qualcosa è un’attività che ho dovuto imparare, dopo che per molto tempo ho avuto l’abitudine di cambiare spesso idea ed essere scostante. Quindi direi l’amore per la progettualità.

A questo proposito allora, qual è il traguardo che non avresti creduto possibile?
Forse sono diventata molto più responsabile. Sono entrate a nella mia routine piccole cose che non facevano parte né della mia quotidianità, né del mio carattere. Nella cura della casa, per esempio, ho sviluppato una certa costanza. Da perfetto Sagittario non sono assolutamente interessata a queste cose, dunque è stata una bella vittoria. Tra l’altro sono molto appassionata di skin care e di detersivi (ride ndR)…

Parlando di skincare, in un’intervista con Clio Zammatteo hai parlato della detersione del viso a fine giornata come un atto purificatorio. Ci racconti di più di un prodotto o passaggio chiave della tua routine che consideri una piccola magia personale?
Da adolescente ho avuto sempre una pelle problematica. Mi sono appassionata di skin care dopo la nascita della prima figlia, perché era un modo per sentire il mio corpo ancora mio, di prendermene cura. E progressivamente ho scoperto che proprio la detersione è l’aspetto che mi piace di più.

Una tua personale musa, invece?
Judith Butler, la mia filosofa vivente preferita. Un modello d’intelligenza estremamente interessante. Resto sempre curiosa di tutti, mi piace guardare e ascoltare chi è diverso da me, ma se penso a una musa ti direi lei, per il suo modo di pensare.

C’è un libro che consiglieresti adesso, una lettura recente o in lista, che non sia già contenuto nelle tue liste in Tlonletter?
Ho iniziato finalmente a leggere La Recherche di Proust – il primo volume – dopo tanti tentativi e approcci a diverse traduzioni. Ci sono sempre tante cose interessanti che sì, solitamente racconto nella newsletter di Tlon o condivido sui social. Sto leggendo anche molto sulla bellezza, perché è un tema sul quale ho lavorato recentemente! (Vi ricordiamo che Specchio delle mie brame è in uscita per Einaudi il prossimo 3 maggio, ndR).

E allora prima di salutarci ti chiedo: qual è la tua prossima sfida, professionale o personale che sia?

Non posso svelare molto ma sto lavorando a un progetto di podcast, non con Andrea, ma con una donna. La puntata pilota uscirà a breve, per ora non posso dire di più. Personale, invece… un trasloco! E anche lì: ho fatto tutto un progetto per non arrivare all’ultimo a fare le cose.

Evviva allora la tua progettualità! Nessuna massima filosofica finale, ma uno splendido sorriso e il desiderio di incontrarci ancora per parlare del suo nuovo libro. Grazie Maura!

Specchio delle mie brame, Maura Gancitano, Einaudi 2022

Potete seguire Maura su Instagram e Youtube.

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