Cristalli liquidi

I monitor dei nostri computer, dei televisori, delle fotocamere digitali e degli smartphone sfruttano la tecnologia dei «display a cristalli liquidi», conosciuta anche con l’acronimo LCD (Liquid Crystal Display). Questa tecnologia implica l’utilizzo di sostanze che hanno particolari capacità d’interagire con la luce, scoperte per la prima volta dal botanico Reinitzner a fine Ottocento.

Se siete delle beauty addicted, però, avrete sicuramente sentito parlare di cristalli liquidi da applicare sui capelli umidi per ridare luminosità alla chioma. Che cosa c’entrano le sostanze scoperte in ambito botanico, o la tecnologia LCD, con questi particolari prodotti per capelli? Semplicemente… nulla. Avete letto bene: forse non tutti sanno che non c’è alcuna connessione tra questi cosmetici e le sostanze appena citate. Non è scontato ed è bene sottolinearlo.

Il termine utilizzato per questi prodotti è nato dalla dalla fantasia di chi si occupa di marketing e si tratta semplicemente di una suggestione, utile a descrivere le virtù dei cosmetici formulati con ingredienti che lucidano e illuminano i capelli. Questi prodotti, piuttosto, sono miscele di oli vegetali – o di siliconi – da applicare in gocce sul capello bagnato, per ottenere un bell’effetto luminoso e antistatico/disciplinante.

Se volete approfondire l’argomento «capelli» trattato dalla nostra cosmetologa, leggete gli altri articoli di Elena su MUSA («A cosa serve il balsamo» e «Come scegliere lo shampoo») e non perdetevi il suo interessantissimo video su Youtube «Il conditioner serve davvero?».

Photo by Krystal Ng on Unsplash

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