Guida per lavarsi i denti

Una delle prime cose che ci hanno insegnato da bambini è l’importanza di lavarsi i denti. Da allora, ogni giorno, compiamo un gesto quasi meccanico, senza realmente pensare a ciò che stiamo facendo. Usare lo spazzolino – per non parlare del filo interdentale – nella nostra testa è più una scocciatura che una parte integrante della beauty routine. Ma prestare attenzione a una corretta igiene orale quotidiana è fondamentale per avere denti e gengive sane, oltre che un alito fresco e un sorriso luminoso! 

Illustrazione di Silvia Gherra per MUSA

Quando ci apprestiamo a spazzolare i denti, dobbiamo essere consapevoli del fatto che lo scopo da perseguire è la rimozione della placca batterica: una patina giallastra e appiccicosa formata da residui di cibo e batteri. La presenza di questo biofilm può causare diversi problemi: sia alle gengive, innescando processi infiammatori che possono portare a gonfiore e sanguinamento, che ai denti… provocando lo sviluppo di carie. La placca non rimossa, infatti, s’indurisce e si lega allo smalto diventando tartaro: una sostanza calcificata, rimovibile solo dal dentista o dall’igienista dentale, grazie a strumenti professionali. Ecco perché è importantissimo occuparsene, attraverso un’azione di sfregamento meccanico prodotta dal corretto utilizzo di spazzolino e filo interdentale!

Questa è una lista di sei semplici regole da seguire, per avere sempre una bocca sana e pulita:

1. Evitare di lavare i denti subito dopo aver finito di mangiare: è meglio aspettare circa 20 minuti. Questo perché ogni volta che mangiamo, il pH della bocca si abbassa notevolmente, rendendo i nostri denti più fragili: se in questo lasso di tempo sfreghiamo la superficie c’è il rischio di asportare anche strati di smalto. È meglio aspettare che la saliva riporti il pH della bocca alla normalità e che il dente si rimineralizzi.

2. Utilizzare sempre il filo interdentale, per pulire bene tutte e quattro le facce di ciascun dente. Con lo spazzolino si riesce a pulire bene la faccia rivolta verso l’esterno (vestibolare), quella verso la lingua o il palato e quella superiore (occlusale), caratterizzata da solchi e fossette. Ma l’unico modo per arrivare a pulire la parte del dente a contatto con i denti vicini è utilizzare il filo interdentale. Un’alternativa potrebbe essere lo scovolino, per il quale però è necessario avere un’anatomia gengivale specifica e spazi interdentali più larghi.

3. Moderare la pressione e la forza, nel rispetto dei tessuti molli: usare spazzolini con setole dure e applicare una forte pressione, associata magari anche a una scorretta tecnica di spazzolamento, può causare piccole lesioni alle gengive che, con il tempo, sono portate a ritirarsi.

4. Usare poco dentifricio: la quantità riconosciuta come ottimale corrisponde al “pea-size”, ovvero alla grandezza di un pisello.

5. Scegliere gli strumenti da utilizzare in modo consapevole. Nei prossimi articoli li analizzeremo tutti in modo specifico e approfondito, per ora è importante sottolineare l’importanza di acquistare spazzolini (manuali o elettrici) con setole morbide e di controllare sempre l’INCI di dentifrici e collutori, soprattutto per quanto riguarda la presenza di tensioattivi come il sodio laurilsolfato (SLS).

6. Non dimenticare di pulire anche la lingua: l’uso del pulisci-lingua è utilissimo per rimuovere la patina biancastra, composta prevalentemente da batteri.

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