Un’introduzione al profumo di Roberto P. Dario

Siamo emozionate e orgogliose di cominciare una nuova avventura nel magico universo del profumo, insieme a Roberto Pasquale Dario: di professione, naso. Un gentiluomo d’altri tempi, un chimico esperto, un artigiano e un alchimista; un creatore di fragranze (e a suo modo un poeta) che ci accompagnerà alla scoperta di nuove regole e follie. Lasciamoci prendere per mano e guidare da lui per imparare un glossario e un galateo inediti, ma anche per apprezzare le nuove seduzioni profumate che pervadono quest’aria dolce d’inizio estate.  

Caro Roberto, vuoi presentarti alle nostre lettrici?
Mi chiamo Roberto Pasquale Dario e sono profumiere di professione: mescolo e unisco molecole odorose per creare invisibili abiti profumati.

Tre aggettivi che sceglieresti per descriverti?
Curioso, sensibile, testardo.

Qual è la tua formazione e come ti sei avvicinato al mondo del profumo?
Mi sono laureato in chimica e ho intrapreso la professione di ricercatore industriale, lavorando in laboratorio e come responsabile dello sviluppo dei processi chimici. A un certo punto della mia carriera mi sono imbattuto nella ricerca di una nuova via di sintesi di una molecola speciale: la cumarina. Ho scoperto che è stata la prima molecola impiegata per la realizzazione di un profumo e che ha dato inizio all’epoca della profumeria moderna. Questo incontro ha attirato dapprima la mia curiosità di chimico e poi mi ha incuriosito anche dal punto di vista sensoriale e olfattivo, spingendomi ad approfondire l’argomento. Dopo aver studiato sui primi libri aver fatto le prime prove di miscelazione con semplici oli essenziali, ho capito che per affrontare professionalmente la materia avrei dovuto dedicarmi a intraprendere una formazione più efficace. Mi sono iscritto alla scuola estiva del GIP (Grasse Institute of Perfumery) a Grasse, in Francia, e lì ho perfezionato la mia formazione olfattiva, imparando a descrivere e riconoscere gli odori, sia delle sostanze naturali che degli ingredienti sintetici.

Tra le tante cose di cui ti occupi (consulenze, progetti e collaborazioni, seminari e workshop, organizzazioni di eventi) infatti, ora sei anche un creatore di fragranze e profumi: vuoi parlarci di questo mestiere affascinante, che ti avvicina alla mitica figura dell’alchimista?
Il mestiere del profumiere è a metà strada tra quello di un sapiente artigiano e quello di un bravo tecnico. Il suo sapere è racchiuso nella profonda conoscenza dei materiali che adopera, perché deve essere in grado di «modellarli» quando crea. Non deve soltanto saper riconoscere le materie prime – le loro caratteristiche principali (odore di agrumi, fiori, frutti, legni, resine, radici ecc.) e secondarie (sentore fresco, intenso, secco, vellutato, avvolgente, narcotico ecc.) – ma anche la loro natura, come si ottengono e come si usano, in modo da ricreare sensazioni uniche e originali nei profumi. È un mestiere che richiede grande sensibilità, tenacia, pazienza e attenzione ai particolari.

I profumi sono legati indissolubilmente alle nostre vite, collegate a sensazioni, luoghi, sentimenti e legami; spesso determinano le nostre scelte di tutti i giorni (da quella di una crema per il viso a quella di un compagno o una compagna): come è possibile? Qual è la tua spiegazione?
Dal momento in cui veniamo al mondo facciamo continuamente esperienze legate ai cinque sensi. Queste ci permettono di percepire il mondo circostante e di interagire con esso, sia in modalità attiva che passiva. Se le esperienze che facciamo attraverso la vista, il tatto, l’udito e il gusto sono abbastanza oggettive (tutti noi condividiamo certi gusti e riconosciamo i colori); l’esperienza degli odori è strettamente personale e in quanto tale ognuno di noi sviluppa le proprie memorie olfattive. Il senso dell’olfatto è legato indissolubilmente alla capacità di sopravvivenza fin da quando, all’alba della sua esistenza, l’uomo doveva imparare a capire e scegliere cosa fosse buono da mangiare e cosa no: prima di portarlo alla bocca, un cibo con un odore «dolce» (per esempio l’odore della frutta) con buona probabilità era indice di cibo buono mentre un odore «acidulo» poteva indicare un cibo non adatto ad essere consumato. Gli odori che riteniamo buoni ci attirano e stiamo invece alla larga da quelli che riteniamo cattivi o dannosi: questi meccanismi si sono trasferiti nelle nostre scelte attuali, in forma conscia e inconscia… Dal cibo ai cosmetici, dalla scelta del detersivo a quella di un partner. Ognuno di noi ha infatti un proprio odore (che spesso non percepiamo) ma che le persone intorno noi recepiscono.

Come nasce l’idea poetica di un profumo e poi come si realizza? Quali sono le fasi di progettazione di questa «pozione magica»?
Il lavoro del profumiere consiste nel tradurre una storia, un concetto o un’esperienza in termini olfattivi: la sua conoscenza delle materie prime di profumeria, dei loro odori, di come evolvono e di quali sensazioni trasmettono, lo mettono nella posizione di poter realizzare un racconto profumato: il profumo. Spesso il profumiere riceve una richiesta da un cliente. Le informazioni principali necessarie per creare un profumo riguardano la famiglia olfattiva di appartenenza, (agrumato, floreale, speziato, legnoso, ambrato ecc.), le materie prime principali che deve contenere, quale concentrazione finale deve avere (eau de parfum, eau de toilette, eau de cologne), il formato (50-100ml), la storia o il concetto artistico da «interpretare». La raccolta di queste informazioni attraverso un brief spesso è accompagnata da un incontro diretto con il cliente, da un’intervista utile a comprendere «qualcosa di più», che rende unico il risultato finale.

Illustrazione di Francesca Rizzato per MUSA
Illustrazione di Francesca Rizzato per MUSA

In che modo ci si orienta nel mondo dei profumi? Ci sono delle piccole regole o consigli da seguire per distinguere un profumo dozzinale (passami il termine) da uno più pregiato?
Informandosi e apprendendo più notizie possibili sul profumo di nostro interesse: non fermarsi mai al fattore «moda», al profumo del momento che tutti vogliono. Bisogna sempre ricordare che il profumo ci rappresenta, è il nostro vestito invisibile, la nostra aura che si estende, che annuncia il nostro arrivo e che lascia poi il nostro ricordo quando andiamo via. È importante scegliere il proprio profumo come se scegliessimo un paio di scarpe o un vestito: non vorremmo mai che le scarpe poi risultassero strette, né che il vestito avesse qualche difetto che ci mette a disagio. Anche il fattore economico può essere determinante, ma non è detto che non si riesca a trovare il profumo che ci sta a pennello a un prezzo che riteniamo giusto.

Ci sono delle categorie generali in cui suddivideresti i profumi? E che differenza c’è tra l’eau de toilette, l’eau de parfum, l’eau de cologne e le essenze?
I profumi sono classificati per:
a) Famiglie di profumi
b) Concentrazione

Le famiglie di profumi principali della profumeria sono sette:
1) Agrumato o esperidato
2) Floreale
3) Fougere
4) Chypre
5) Legno
6) Ambrato orientale
7) Cuoio

Tranne che per la famiglia Fougere, Chypre, Ambrata e Cuoio – per cui i profumi sono caratterizzati da accordi famosi (definizione di accordo: miscela di almeno due materie prime) che danno il nome alla famiglia –, le altre tre famiglie sono caratterizzate dal profilo olfattivo delle rispettive materie prime: gli agrumi, i fiori e i legni. Ognuna di queste famiglie è a sua volta suddivisa in diverse sottofamiglie, a seconda della caratteristiche olfattive secondarie che si vogliono evidenziare.

I profumi sono classificati anche in base alla concentrazione delle essenze diluite in alcol etilico (il vettore principale dei profumi). Abbiamo quindi cinque tipologie di concentrazione:
1) Acque profumate (Eau fraiche) : 3-5%
2) Eau de Cologne: 8-10 %
3) Eau de Toilette: 10-12%
4) Eau de Parfum: 15-18%
5) Parfum o Estratto: > 18%

Come si annusa e si prova un profumo (sulla pelle o sulla mouilette, lasciandolo asciugare senza toccarlo, riannusandolo dopo un po’ di tempo, ecc.)? Come si apprezzano al meglio le sue caratteristiche?
Il primo approccio avviene sulla mouillette di carta: il profumo viene spruzzato su di lei e poi s’inizia la valutazione olfattiva. Si cerca di capire se è nelle nostre corde e di riconoscere le sue caratteristiche principali. Ma è sulla pelle che il profumo deve essere testato definitivamente per valutare se sarà il nostro nuovo «vestito invisibile»: uno spruzzo, si lascia asciugare l’alcol (non tamponare né strofinare!) e si aspetta il profumo decolli… che le prime note raggiungano le narici e che poi, nel tempo, ci riveli i suoi segreti e le sue fattezze, avvolgendoci nelle sue spire fragranti.

Il mondo dei profumi ha un suo glossario e un suo galateo (di cui spero potremo parlare presto in modo più approfondito): quali sono i termini principali che dovremmo imparare per cominciare ad avvicinarci a questo mondo?
Oltre che per il piacere di annusarli, quando si parla di profumi e si vuole provare una esperienza più completa e appagante, è necessario imparare a valutare le seguenti caratteristiche: l’envol, ovvero la partenza, il decollo del profumo dopo lo spruzzo (bisogna stare attenti e chiedersi se la fragranza arriva subito al naso, se è diretto oppure morbido, se si annuncia velocemente oppure timidamente, se appare dopo qualche minuto); la diffusione del profumo (ovvero in quanto tempo prende volume e occupa il nostro spazio olfattivo, come ci abbraccia e ci circonda, e se poi ci coccola); infine la tenuta: il profumo resta presente con la stessa intensità? Cambia forma? Cambia caratteristica (è più o meno dolce, caldo, narcotico, pungente ecc.)?

Qual è, a tuo parere, il profumo perfetto?
Il profumo che ci emoziona, che ci fa sobbalzare, che richiama la nostra attenzione e che ci lega a un invisibile e interminabile abbraccio.

… E il tuo profumo preferito?
Amo i legnosi, gli speziati, gli ambrati.

C’è qualcos’altro che vorresti aggiungere e che non ti ho chiesto?
Vorrei dare un consiglio alle lettrici e ai lettori: la prossima volta che percepite un odore – buono o cattivo che sia –, dedicate a quella sensazione 15 secondi del vostro tempo, per capire da dove proviene e cercare le parole per descriverlo. Questo esercizio aumenta la sensibilità olfattiva e il vocabolario, espandendo il nostro universo sensoriale.

Seguite Roberto su Instagram: @robertopdario

Gli articoli della nuova rubrica dedicata al profumo saranno accompagnati dalle magiche illustrazioni di Francesca Rizzato www.francescariz.com – seguitela su Instagram: @piccolariz

ARTICOLI CORRELATI