Exploring Esxence: i fantastici 5 scelti da Eau de Myntea

Esxence è una tra le fiere di profumeria artistica più grandi e importanti al mondo, e fortuna vuole che sia proprio a Milano. D’altronde l’Italia e la profumeria hanno un legame indissolubile, che ha radici profonde. Quest’anno, in particolare, la coda fuori dalla fiera era chilometrica e di questo io stessa sono stata molto felice, anche perché il termine «nicchia» non mi piace: non capisco il motivo per cui un mondo così bello debba interessare solamente a un ristretto gruppo di persone… e non a tutti!
 
Anche se quest’anno ho partecipato alla fiera come exhibitor, sono riuscita comunque a ritagliarmi del tempo per scovare i nuovi brand. Et voilà: ecco la mia personale top 5 di questa edizione.
 
• Double Dragon, Teen Spirit
Non posso fare a meno d’iniziare dal mio più grande amore: Doubledragon. Un marchio che ho nel cuore e che ho visto nascere dal giorno zero; che mi ha fatto riappassionare alla profumeria in un momento in cui ero un po’ satura, in cui certi storytelling più che farmi sognare mi disturbavano.
 
Un marchio che utilizza il profumo come strumento per esplorare altri mondi artistici – e la moda è uno di questi (purtroppo spesso slegata dal mondo della profumeria d’avanguardia). Irriverente e volutamente provocatorio, rompe gli standard della profumeria artistica rendendola punk e ribelle.
 
Teen Spirit è la fragranza che ho scelto. Ispirata alla celebre canzone dei Nirvana, che prende il nome da un deodorante «cheap» degli anni ’90 (Teen Spirit, appunto) caratterizzato da un profumo fruttato e dolce, molto amato dai teenager. Con questa fragranza Doubledragon omaggia le creazioni schifosamente dolci che tutti noi abbiamo comprato da adolescenti. Un mix fruttato e lattiginoso, con una nota gommosa e artificiale che gli conferisce una allure super attuale. Il profumo del cattivo gusto nella più sguaiata giovinezza.

• Astrophil and Stella, Shanghai 1930
Astrophil and Stella, prende ispirazione da una raccolta di poesie che narrano l’amore tra Astrophil (appasionato d’astri), e Stella (la sua amata). Un marchio poetico, che presenta una gamma di fragranze meravigliose, belle nella loro complessità e nonostante questo super indossabili.
 
La fragranza che più mi ha colpita è Shanghai 1930. Negli anni ’30, Shanghai era una città misteriosa, romantica, imperscrutabile. Un connubio di culture differenti, di individui atipici e di trepidante azione politica. Una città popolata da intellettuali, persone ricchissime, agenti sovietici e spie britanniche. Profuma di Goodbye Shanghai (1934) di Zheng Yunbo: una pellicola meravigliosa che fotografa la Shanghai degli anni ’30, tra tradizione e avanguardismo.
 
Un bellissimo tè nero unito alla nota di tuberosa e dai sentori secchi e cipriati, che gli conferiscono una splendida patina retrò. La Cina degli anni ’30 è racchiusa in un flacone. Un profumo che non potevo non selezionare visto il mio profondo amore per la cultura cinese. 

• Nissaba, Provence
Il terzo marchio che più mi ha colpito è Nissaba. Un brand con un’altissima componente di materie prime naturali, tanto da rientrare nella categoria dei cosiddetti «profumi naturali». Ciò non significa che io smetta d’amare la SINTESI: fortunatamente esiste e ci permette di creare concetti olfattivi che altrimenti non esisterebbero, ma qui la naturalezza dei componenti seduce e colpisce.
 
Le fragranze sono così «naturali» e «delicate» che quasi sembra di toccare le foglie, i fiori e l’erba, di essere immersi in un campo di lavanda in Provenza o di sentire il profumo del fumo del tè nero su ceramica. Paesaggi olfattivi da indossare.
 
Il profumo che mi ha colpito di più è proprio Provence: una lavanda che fa sognare, che mi ricorda i sacchettini profumati che mia nonna prepara tagliando vecchi collant e che metto sempre nei cassetti della mia lingerie. Una lavanda elegantissima, stupenda, bellissima che profuma di libertà e di pomeriggi d’estate passati a fare l’amore tra bianche lenzuola di cotone. Mood «vita lenta» 100%, lontani dalle città e dal capitalismo.

• Tombstone, No need to come by
Il quarto marchio che ho selezionato è Tombstone. Completamente matto, posso dire? È un marchio cinese e ne approfitto subito per dire che dobbiamo smetterla con questo primato della profumeria europea e occidentale… la Cina spacca in termini di fragranze ed è davvero interessante scoprire marchi che provengono dalla Cina, fatti da cinesi (e non da uomini bianchi che parlano di culture che non gli appartengono). If you know what I mean.
 
I loro profumi si ispirano ai funerali e infatti i flaconi ricordano una lapide. Chiacchieratissimi post Esxence tra i nerd della profumeria di nicchia, perché sono la novità che nemmeno i più invasati conoscevano. Sono costosissimi. Con i packaging a forma di pietre e lapidi (brutali e molto noir): i ragazzi di Tombstone fanno letteralmente quello che gli pare. Io ve ne parlo anche se in Italia per ora non c’è traccia di questo brand.
 
Il mio profumo preferito del marchio è No need to come by. Vi lascio la descrizione che i founder danno a questa fragranza, di cui ovviamente non ci sono le vostre amate (e da me odiate) piramidi olfattive:  «We don’t know the exact story and reasoning of her. We cannot see her through to tell if she’s cold from inside out or just want to save everyone the trouble. We don’t know if there were also no one coming to her funeral. It all seems too mystery or we were ill-informed. All that we know is that she told everyone “There’s no need to come by”, and we don’t see any flowers at her grave ever since she’s buried».
 
I profumi non sono sempre il veicolo di un messaggio per forza bello o felice, ma anche un mezzo che ci riporta a una dimensione al trascendentale, riconnettendoci alle nostre paure inconsce, a ricordi dimenticati. Tombstone ci invita a riflettere anche riguardo su questo. Senza menzionare materie prime.

• RUBINI, Fundamental
Rubini! Un altro marchio meraviglioso scoperto ad Esxence. Italiano, contemporaneo ma al contempo con una allure che rimanda alle origini della profumeria.
 
Fundamental è la fragranza che mi è piaciuta di più. Vuole descrivere le fondamenta di casa Rubini, che era una piccola profumeria del centro di Verona, dove si vendevano ciprie e brillantina. Il risultato è un profumo senza tempo ma contemporaneo, un iris secchissimo che si stratifica insieme ad altri elementi… creando una luce dorata.

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