Proprio come accade per i cibi, anche i cosmetici possono e devono essere certificati.
Le certificazioni servono a garantire determinati standard qualitativi e di sicurezza: un cosmetico ecobio certificato, tra le altre cose, dovrebbe contenere prodotti derivati da agricoltura biologica, essere privo di sostanze dannose, tossiche, allergizzanti e di derivazione animale, ed essere formulato senza l’impiego di OGM.
In quest’ambito purtroppo, non c’è ancora molta chiarezza, poiché non esiste un ente di certificazione unico e non tutti quelli che si assumono la responsabilità di certificare la conformità sono riconosciuti e autorevoli.
Come ha dichiarato Marinella Trovato (presidente della SISTE – Società italiana di scienze applicate alle piante officinali e ai prodotti per la salute) in un recente articolo uscito su la Repubblica (il 7 ottobre, 2017):
«In Europa non ci sono approcci comuni o standard riconosciuti da una legge, seppur qualcosa si sta muovendo. Per certificare cosmetici biologici e naturali ad oggi abbiamo soprattutto due standard: Natrue e Cosmos.
Natrue è una fondazione delle principali aziende produttrici tedesche e fornisce punteggi, sotto forma di stelle, in base alla quantità di ingredienti naturali e/o biologici contenuti nel singolo prodotto.
Cosmos è invece lo standard creato da un consorzio fra diversi enti di certificazione che seguono parametri comuni, pur mantenendo a livello nazionale i propri e molto diversi standard.
Infine è stato appena pubblicato lo standard ISO 16128, che contiene linee guida per la certificazione secondo calcoli complessi ma, in sostanza, abbassa le soglie e permette di definire naturali e biologici prodotti che tali non sarebbero per i due attuali standard Natrue e Cosmos.»
Altri enti italiani sono l’Aiab (Associazione dell’agricoltura biologica), il Ccpb (Consorzio per il controllo dei prodotti biologici) – il primo organismo di certificazione italiano riconosciuto da Natrue – e Demeter, (l’Associazione per la tutela della qualità biodinamica in Italia).
Accanto a queste certificazioni, negli ultimi anni sono arrivati tanti nuovi bollini, che è bene imparare a decifrare, tenendo sempre presente che la grafica può variare in base all’ente.
Ecco la nostra tabella riassuntiva: