L’idratazione è uno dei parametri più importanti per valutare lo stato di benessere della nostra pelle: una cute idratata è infatti protetta, morbida, in salute e luminosa.
Non c’è bisogno di scendere tanto in profondità… basta soffermarsi allo strato corneo – primo strato dell’epidermide – per incontrare alcune delle sostanze che garantiscono il giusto stato d’idratazione. Tra queste ci sono i ceramidi: una famiglia di molecole lipidiche, naturalmente presenti nella pelle, composta da sfingosina e acidi grassi a lunga catena, uniti da un legame carboammidico.
Dove si trovano e quale funzione svolgono i ceramidi?
I ceramidi sono presenti negli spazi tra le cellule, dette cheratinociti, dello strato corneo compatto. Il rivestimento lipidico in cui sono immersi viene chiamato «cemento lipidico cutaneo» e qui i ceramidi svolgono un’azione idratante indiretta, riducendo la perdita d’acqua del tessuto per evaporazione.
I ceramidi sono presenti nella nostra cute in percentuali diverse nel corso della vita e possono variare anche in seguito a determinati problemi dermatologici (come per esempio la psoriasi): quando scarseggiano, la pelle può essere più secca e arrossata.
Come li riconosciamo?
I ceramidi vengono indicati con nomenclature diverse e possono seguire delle lettere o un numero compreso tra 1 e 9.
Le lettere più usate sono:
S (per Sphingosine);
P (per Phytosphingosine);
H (per 6-Hydroxysphingosine);
N se non è presente nella molecola il gruppo idrogeno;
E se sono molecole esterificate;
A se la molecola presenta un acido grasso alpha-idrossilato;
O se la molecola presenta un acido grasso omega-idrossilato e così via.
I ceramidi vengono usati moltissimo in cosmetica e si trovano ovunque, dalle crema mani ai prodotti per capelli!
Ecco alcuni esempi di ceramidi che potete trovare in etichetta alla voce Ingredients:
Ceramide 1 detto anche EOS;
Ceramide 2 detto anche NS;
Ceramide 3 detto anche NP;
Ceramide 4 detto anche EOH;
Ceramide 5 detto anche AS;
Ceramide 6 detto anche AP e così via.
I ceramidi in cosmetica
In passato una delle principali fonti di ceramidi era la pelle di maiale, ma fortunatamente possono essere estratti anche da altri prodotti di origine animale e vegetale – come la cera d’api o l’olio di jojoba – e attualmente vengono prelevati da microrganismi per via biotecnologica.
È necessaria una percentuale alta di questi ingredienti per una migliore funzione cosmetica? No. Non fatevi ingannare da un marketing a volte scorretto, in quanto i ceramidi svolgono la loro funzione a percentuali basse che non superano il 5% all’interno di una formulazione cosmetica: dallo 0,2 % (ceramide 3) fino al 4% (ceramide 2).
Sono numerosi i prodotti idratanti in commercio che li contengono (uno dei brand più famosi è sicuramente CeraVe, che propone una linea studiata per aiutare a riparare e rinforzare la barriera cutanea) e sono adatti in modo particolare a cute e cuoio capelluto disidratato.
Una curiosità: si dice ceràmidi o ceramìdi?
È più corretto chiamarli ceramìdi, in quanto sono molecole caratterizzate dal punto di vista chimico da un legame ammìdico.
Beauty Tip: applicate una crema mani a base di ceramidi prima dell’utilizzo dei detergenti. L’azione barriera e fortemente idratante di queste sostanze migliora o previene la dermatite da contatto causata dai detergenti.