Miranda July: New Society – la mostra all’Osservatorio Fondazione Prada

La scorsa settimana ho partecipato all’anteprima stampa della mostra Miranda July: New Society all’Osservatorio Fondazione Prada (in Galleria Vittorio Emanuele, a Milano). Dai feedback che ho ricevuto il giorno stesso – ovvero le numerose ed estasiate risposte a un paio storie fatte su IG – ho capito che Miranda è amatissima da un nutrito gruppo di donne come me (direi senza dubbio millenial e Gen X) per cui il suo Me and You and Everyone We Know ha rappresentato un punto di svolta nel modo di concepire il cinema e – forse – la vita, in un momento storico in cui diventavamo adulte e c’era poco da scherzare. 

Ma partiamo dall’inizio: per chi non la conoscesse, Miranda July è una regista, sceneggiatrice, attrice, cantante e scrittrice, classe 1974, cresciuta a Berkely (in California) che ora vive e lavora a Los Angeles – e che fa l’artista a tutto tondo (come solo negli Stati Uniti si può fare).

Miranda July / Foto: Valentina Sommariva / Courtesy: Fondazione Prada 

La sua carriera nel mondo del cinema comincia nel 1995, con un progetto che fa capo a una serie di cortometraggi intitolato Joanie4Jacki (potete scoprilo qui). Sono tre, invece (da recuperare subito, se non li avete visti!) i suoi film.
 
A partire da Me and You and Everyone We Know (2005), da lei diretto e interpretato, con cui ha vinto la Caméra d’Or al Festival di Cannes:

Per proseguire con The Future, del 2011 (che ora trovate su MUBI):

E finire con Kajillionaire (del 2020) – con Debra Winger, Richard Jenkins ed Eva Rachel Wood:

Ma nella sua carriera non c’è solo il cinema: ha registrato ben tre album (Margie Ruskie Stops Time nel 1996, 10 Million Hours a Mile nel 1997 e The Binet-Simon Test nel 1998). Ha scritto libri: il primo è The Boy from Lam Kien del 2005, l’ultimo (All Fours) in uscita a maggio di quest’anno; e diversi racconti brevi – pubblicati in varie riviste e poi raccolti nel volume No One Belongs Here More Than You (tradotto in Italia con il titolo Tu più di chiunque altro e pubblicato da Feltrinelli nel 2007). 
 
Si è dedicata al teatro: nel 1998 ha messo in scena la sua prima performance multimediale intitolata Love Diamond, portandola poi in vari teatri e festival degli Stati Uniti; nel 2000 ha presentato The Swan Tool, nel 2007 Things We Don’t Understand and Definitely are Not Going To Talk About: è inarrestabile. Happening, workshop, residenze d’arte, performance, esperimenti, app («Somebody» è stata lanciata nel 2014, insieme a una serie di cortometraggi realizzati per Miu Miu).
 
Se volete farvi un’idea del suo lavoro, impossibile da raccontare con un breve articolo su MUSA, visitate il suo sito. E, soprattutto, andate a vedere New Society all’Osservatorio. Si tratta della sua prima mostra, curata da Mia Locks, e ripercorre la carriera ormai trentennale di questa artista imprevedibile, incontenibile, vulnerabile, divertente, intensa e bellissima.

Miranda July e Mia Locks / Foto: Valentina Sommariva / Courtesy: Fondazione Prada

Al primo piano troverete una raccolta di testimonianze, costumi, documenti d’archivio, oggetti di scena, relativi alle prime performance (da The Swan Tool a New Society).

Immagine della mostra MIRANDA JULY: NEW SOCIETY / Osservatorio Fondazione Prada, Milano / Foto: Valentina Sommariva / Courtesy: Fondazione Prada 
Immagine della mostra MIRANDA JULY: NEW SOCIETY / Osservatorio Fondazione Prada, Milano / Foto: Valentina Sommariva / Courtesy: Fondazione Prada 

Al secondo piano invece è esposto F.AM.I.LY. (Falling Apart Meanwhile I Love You), insieme ad altri due progetti collaborativi (I’m the President, Baby del 2018 e Services del 2020), con una reiterazione di Learning to Love You More: un progetto online in cui l’artista ha chiesto la collaborazione delle persone che la seguono. Tra questi, molto emozionante, il «compito n. 43»: realizzato da una donna di Milano a cui July ha chiesto di mettere insieme una mostra con le opere d’arte trovate a casa dei suoi genitori.

Immagine della mostra MIRANDA JULY: NEW SOCIETY / Osservatorio Fondazione Prada, Milano / Foto: Valentina Sommariva / Courtesy: Fondazione Prada 

Un percorso espositivo complesso, sicuramente non convenzionale, che richiede del tempo per essere capito e apprezzato e che indaga molti temi da sempre cari all’artista (il femminismo, le dinamiche di potere, i rapporti amorosi e familiari, il lavoro, l’impatto psicologico delle nuove tecnologie) attraverso tutti i media che ha utilizzato nella sua carriera. Avete tempo fino al 14 ottobre 2024. Non perdetela.

Immagine della mostra MIRANDA JULY: NEW SOCIETY / Osservatorio Fondazione Prada, Milano / Foto: Valentina Sommariva / Courtesy: Fondazione Prada 

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