NON SOLO MUSE: VI PRESENTIAMO ROMY HAAG, ARTISTA PIONIERA DEI DIRITTI TRANSGENDER

In un locale di specchi, con banconi laccati di nero ed elementi Art Déco, troneggia un imprevedibile palco rosso fuoco. Tra gli avventori siedono Grace Jones, Tina Turner, Lou Reed e David Bowie. Dove siamo? Al Chez Romy Haag, negli anni ‘70 della Berlino Ovest, e questo è il ritratto della padrona di casa: la luccicante regina dell’underground europeo Romy Haag.

* L’infanzia e l’intersessualità *

Nata nel 1948 vicino L’Aia, Romy si trova da subito a fare i conti con la propria
intersessualità. Nasce in un corpo non binario, non riducibile a etichette, ma con una consapevolezza di sé che si farà via via più chiara, e gran voglia di viversi.

La mamma lavora come commessa, mentre il padre è attacchino di manifesti; già dalla nascita di Romy discutono se procedere o meno con le operazioni chirurgiche, ma è tutto difficile. Anche proteggerla sarà difficile, immaginano. Lei cresce, veste femminile, inizia anche a sviluppare il seno naturalmente. Non si nasconde, nonostante le prese in giro, le offese, le spinte.

A tredici anni Romy lascia casa, famiglia e città, per lavorare come clown nello spazio bimbi del Circo Strassburger, seguendo un amico trapezista.

* I club, l’America e Berlino *

Tre anni dopo lascia il circo per i club. Al Club Alcazar e Le Carrousel si esibisce in una caricatura femminile esagerata, ma questo le permette di giocare e familiarizzare con quanto sente di essere. Al di là dell’artificio del trucco e dell’esagerazione, nel privato coltiva un’identità femminile senza filtri: piena, autentica, libera.

In questo periodo nasce la vera Romy Haag, nome che non lascerà più. Capelli arancione cangiante, trucco d’effetto, strass, piume, seta: nei nightclub, tra Parigi e New York, presto le sue performance trasgressive la rendono una stella.

Quando perde la casa per un incendio accidentale s’imbarca per l’America in cerca di fortuna. La trova, con un imprenditore che riconosce il suo talento.

Nel ‘72 e ‘73, mentre è impegnata in un tour americano con il suo show Berlin Chanson, conosce un musicista di strada, dopo lo spettacolo ad Atlantic City. L’amore travolgente la porta a seguirlo a Berlino, una città che le sembra piccola, amichevole e tranquilla in confronto a quanto era abituata, nella frenesia della sua vita da artista. Ha solo ventitré anni, ma vede lontanissimo.

* Nasce l’iconico Chez Romy Haag *

Quello che manca a Berlino, secondo Romy, è un nightclub come quelli a cui era abituata lei. Non un cabaret, tanto in voga tra i provinciali, quanto una vera night discoteque, per i giovani e gli artisti, i perduti, i dissoluti, gli eccentrici, la comunità queer. Sta nascendo qualcosa di nuovo nell’underground, e lei è pronta a diventarne regina, pronta a comandare questa rivoluzione.

È il 1974. I prezzi alti di Berlino rendono la scelta obbligata: Chez Romy Haag deve aprire a Schöneberg, FuggerStrasse.

«Sei matta, non ci verrà nessuno!» le dicono, ma Romy ogni giorno fa volantinaggio all’esterno del KaDeWe – grande centro commerciale della città – e qualcuno comincia a muoversi. Qualcuno capisce che tra tutti i locali dove sentirsi a disagio, Chez Romy può essere invece una casa.

Ma non solo, è anche un luogo dove celebrare l’estremo, lo strano, il trasgressivo.

Si entra al Chez Romy Haag dopo che un buttadentro travestito da Papa ti ha benedetto con lo champagne, e all’interno la disco fa da padrona. Non è un appuntamento del weekend; al club si balla ogni giorno, con un calendario ricchissimo di artisti che Romy ha conosciuto in giro. I più bizzarri e talentuosi, arrivano al club per mettere i loro dischi, ed esibirsi in performance stile Studio 54. C’è anche l’astro, già leggenda, Amanda Lear.

I locali vengono resi leggendari ed esclusivi dalle stelle che ci gravitano intorno, e in questo caso le celebrità non si contano: Bryan Ferry, Freddie Mercury, Mick Jagger – con cui Romy pare aver avuto un flirt – fino a Iggy Pop, un habitué. E insieme a lui, il suo nuovo coinquilino, David Bowie.

* David Bowie *

In fuga dai demoni e dalle dipendenze del suo Thin White Duke, Bowie approda a Berlino per un concerto, e ci rimane per alleggerirsi, per cambiare aria. Così è scritto, di solito, ma molti invece sarebbero pronti a giurare che Romy fosse il vero motivo di questo trasferimento – fin dal primo sguardo scambiato nel backstage del concerto. Romy racconta della prima volta che David va a casa sua e osserva la collezione di dischi in cerca dei propri. Ma non ne trova.



Bowie è smarrito nei suoi eccessi, Romy lo accoglie maternamente. «Entrambi Capricorno, potevamo festeggiare insieme il compleanno», ricorda lei in un’intervista a ExBerliner – sembrano fondere insieme le proprie paure. La rockstar è ancora instabile, dà spettacolo in incidenti e follie con Iggy Pop. Ma nell’atmosfera del Chez Romy Haag, trova una comfort zone, riscopre Ziggy Stardust.

Non si fanno vedere spesso in giro, dove i paparazzi sono in agguato, sia perché David è ancora sposato – e le voci del loro flirt sono già arrivate alla moglie Angie –, sia perché anche Romy, come lui, è impegnata in un primo tour nazionale del suo spettacolo. Fumano, parlano della vita, di musica, di politica.

* Romy e la musica *

Il 1977 è l’anno della sua ascesa discografica. Esce Liege-Samba, con il musicista e amico del Chez Romy, Udo Lindenberg, che la accompagna in tour. Spesso in camerino con lei c’è anche Bowie, che la osserva stupito, divertito dai trucchi e dai costumi, come un bambino ritrovato.

Il secondo singolo, Superparadise, non tarda ad arrivare.

La musica di Romy è «spaziale», «space age disco», diversa. La fine degli anni ‘70 segna anche la fine della sua relazione con Bowie. Angie, la moglie, ormai al corrente di tutto, nei dettagli, non crede più alle scuse del periodo berlinese della rockstar, e procede per avvocati contro i due, attaccando anche Romy, aizzando la casa discografica di Bowie. Troppa cattiva pubblicità che Romy non è disposta ad accollarsi, e si separano definitivamente. Nella vita di Bowie e la sua Berlin Era, l’influenza di Romy è tra le più importanti. Boys Keep Swinging, dove Bowie appare travestito e immerso in atmosfere ricalcate dal Chez Romy Haag, è un omaggio alla sua musa.

Anche Romy si lascia influenzare, diventa più punk, art rock. Nel 1981 esce il suo primo album So Bin Ich, composto da Klaus Hoffmann.

«Ed eccomi, sono fatta così», il titolo dell’album è come un preludio della sua sex change operation, portata a termine nell’83 dopo aver venduto il locale e girato il mondo in tour.


Il Chez Romy diventa un sexy shop e gay club, e Romy un’attrice.

* Una nuova fase artistica e la lotta per i diritti transgender *

Inizia una nuova fase della sua carriera artistica, con il suo show City in the Night. Inoltre, recita in oltre venti film in Germania – ricordiamo Mascara, dove contribuisce anche alla colonna sonora – e incide quasi altrettanti album.

La Romy adulta è sempre più politica e battagliera, la fiamma dei diritti che ha sempre condotto si fa più intensa e le vale il prestigioso Teddy Award della Berlinale, come icona del cinema e attivista LGBT.

Un premio meraviglioso alla sua carriera e i suoi traguardi pionieristici, che va oltre i tributi artistici a lei dedicati. Finalmente nel 1999 l’autobiografia Eine Frau und mehr – più che una donna – perché questo è Romy Haag, oggi ancora attiva su twitter, splendida donna di eccentrica eleganza. Le hanno persino intitolato un asteroide!

Ti ringraziamo, Musa!

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