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Angelica Vincenzi: musa della tarologia evolutiva

Angelica Vincenzi si occupa di tarologia evolutiva: ovvero utilizza i tarocchi «per accompagnare le persone ad accogliere un’energia di chiarezza e pace». Le abbiamo chiesto di raccontarci come si è avvicinata a questo mondo e abbiamo scoperto nuove prospettive nel magico e imprevedibile spazio dei tarocchi.

Angelica Vincenzi
Angelica Vincenzi
Tarologia evolutiva

Ciao Angelica, grazie per il tuo tempo! La prima domanda, di rito, è: come vuoi presentarti alle nostre lettrici? 

Ciao muse! E grazie per questo spazio. Mi chiamo Angelica Carolina Vincenzi e, da vera anticonformista, sono una milanese trapiantata a Vicenza. Mi occupo di tarologia evolutiva, ovvero utilizzo i tarocchi per accompagnare le persone ad accogliere un’energia di chiarezza e pace – con sé stesse e con ciò che stanno attraversando.

Come ti sei avvicinata al mondo della tarologia e come è nato questo amore?

Conosco gli arcani dei tarocchi da sempre. La mia mamma è stata a lungo una cartomante. Ho questo ricordo di me bambina che mescolo il latte col Nesquik, mentre lei sistema le carte sul tavolo della cucina e mi chiede di leggerle insieme. Conoscevo la lettura cartomantica prima ancora dell’alfabeto! Però non è stato sempre amore tra me e gli arcani, anzi. Gli eventi mi hanno allontanata e portata a vederli ammantati di esoterismo… Con il tempo ho scoperto che non erano le carte a non risuonare in me, ma piuttosto la missione per la quale venivano adoperate.

«LA TAROLOGIA È MOLTO
DIVERSA DALLA
CARTOMANZIA:
NON INDAGA IL FUTURO
O LE ENERGIE ESTERNE
E CONSIDERA QUESTI
INTENTI DEPOTENZIANTI.»

Abbiamo fatto un’esperienza di lettura con te e quel che dici è chiaro, oltre che interessante. Vuoi raccontarci come e quando hai riabbracciato questa «magia»?

Ho incrociato nuovamente la tarologia in età adulta. Mai avrei credito che i tarocchi potessero far parte del mio percorso. Ci ha pensato la vita a rimettermeli davanti. Ero alla scuola Holden, per un workshop di scrittura creativa sugli archetipi, e lì (su un tavolo molto diverso da quello della mia vecchia cucina) troneggiavano alcuni mazzi di tarocchi. Ho aperto uno di quei mazzi e riconosciuto le figure, ma stavolta le ho guardate da adulta, sapendo chi sono. Da lì ho cominciato a scrivere fiabe per bambini ispirate ai tarocchi, una
carta dopo l’altra. Senza saperlo stavo ripulendo lo spazio che i tarocchi occupavano nella mia memoria, per metterci il seme di una missione futura. Con la magia bianca delle favole, accendevo una luce dove prima regnava oscurità. 

A proposito di fiabe: adoriamo il fatto che il tuo progetto – Gli Arcani di Dafne – si chiami così per tua nipote! Come è nata questa collaborazione speciale?

È successo che, sempre alla scuola Holden, mi hanno chiesto di approfondire l’intersezione fra i tarocchi e la scrittura creativa, rendendo i concetti complessi degli arcani qualcosa di fruibile a tutti. Tornando a casa in treno, mi chiedevo a chi avrei potuto raccontarli, e soprattutto chi mai avrebbe voluto ascoltarmi. La risposta è stata immediata: Dafne! Mia nipote di tre anni. Dafne è stata la prima alleata nell’avventura di aprire i tarocchi a un orizzonte evolutivo, attento all’emotività, pulito nella missione e divertente nello svolgimento.

I tarocchi per te sono anche uno strumento per metterti in relazione con gli altri?

La lettura crea una connessione profonda tra il tarologo e il consultante, in particolare nella lettura evolutiva. La «stesa» si chiarisce in due. Quello che dico sempre alle persone è: «io conosco le carte, ma tu conosci la tua vita». Così si apre un dialogo senza giudizio, con l’unico intento di mettere chiarezza e pace. Tutte le relazioni fiorite fra i tarocchi sono state preziose. 

Negli anni ti saranno capitate letture di natura diversa, ma c’è un incontro o un evento che ti ha particolarmente colpita e che ti va di raccontarci?

Ho un proclamato debole per le persone e le loro storie, e amo lavorare con gli psicoterapeuti. La visione olistica che oggi hanno le persone esperte di cura è salvifica. Per questo incontro team di terapeuti che si espongono all’uso degli arcani come sblocchi emotivi. La carta del Carro, arcano maggiore numero 7, racconta proprio questo: ci insegna che, anche se la nostra testa è tanto veloce da poter correre tra le galassie, la pancia deve essere «libera», altrimenti non ci spostiamo. Per rispondere alla vostra domanda: gli incontri che hanno al centro il tema della cura mi fanno sentire prospera, allineata – un’Imperatrice, per usare il linguaggio degli arcani.

tarologia evolutiva

Qual è il principale motivo per cui le persone dovrebbero rivolgersi ai tarocchi?

A volte succede di non riuscire a scegliere o ad agire per quello che sentiamo. Questi sono i momenti in cui i tarocchi diventano utili! Ci permettono di vedere ciò che ci sta attraversando, ma non gli occhi della mente, bensì attraverso l’energia. È come raccontare la stessa storia, ma da un punto di vista nuovo. Da questa rinnovata prospettiva gli elementi si svelano diversi.

Una domanda per noi molto importante: chi sono le tue muse (le donne che ti ispirano)?

Non ho muse particolari… 

«AMO TUTTE LE DONNE CHE INTERSECANO LA LORO IMMAGINAZIONE CON LA REALTÀ, FACENDO DI SE STESSE E DEL PROPRIO QUOTIDIANO QUALCOSA DI LEGGENDARIO.»

C’è un libro che ha cambiato la vita o il tuo modo di vedere e concepire quello che fai?

Ho letto Paula di Isabelle Allende cinque volte. Narra la dolorosa verità di una madre che perde la figlia: nel libro l’autrice dice addio a sua figlia. È il racconto del presente mescolato alle memorie della famiglia, con un dialogo che si immerge nella realtà e respira nei ricordi. Questo libro mi ha aperto le porte a un concetto d’immaginazione che oggi nutro con convinzione: quello in cui l’immaginazione è uno strumento per affrontare e curare la realtà, mai per fuggirla.

Un libro che hai letto ultimamente, invece, e che ci consiglieresti?

Sto leggendo Gianluca Gotto. Mi piace il suo approccio.

Il tuo film preferito?

Vado pazza per i film sportivi: L’Arte di Vincere, Major League… sono una lunga serie. In genere, i film che mi portano a fare avventure lontanissime da me e dai miei talenti.

Com’è la tua giornata tipo?

Mi abitano contemporaneamente il bisogno di scoperta e quello di abitudine: li nutro entrambi per tenermi bilanciata. La scorsa estate un’astrologa mi ha detto che lo devo al mio spiritualissimo segno zodiacale dei Pesci, con una luna nell’opposta e terrena Vergine. Così ho due giornate tipo: quella in cui vado in giro con tre mazzi in borsa, libera, verso nuove mete, e incontro persone mai viste prima. E poi quella in cui apro le porte del laboratorio di fiori a Vicenza, a due passi da casa, dove leggo i tarocchi il sabato e vedo Dafne che entra per rubare le liquirizie, mia madre che passa in bici col pane nel cestino e la mia amica Biso, incinta, con la pancia ogni settimana più grande.

Angelica Vincenzi
tarologia evolutiva
Angelica Vincenzi
tarologia evolutiva

E qual è la tua colonna sonora in questo periodo della vita?

Quando leggo non mancano mai Fabrizio Paterlini ed Eva Chatelain. Stamattina in treno ho ascoltate tre volte Woman di Amber Lily, così sexy e così sacra.

A proposito di skincare: ci piacerebbe sapere quali sono i tuoi prodotti cosmetici del cuore!

Devo ammettere che questo tempo dedicato al mondo di dentro, ha invaso teneramente il tempo per l’estetica. Non ho una vera skincare, anche se mi piacerebbe trovarla e soprattutto saperla riconoscere. Ho prodotti del cuore per i capelli però, sono quelli di Belief+ alle proteine. Devo ringraziare Elena, una parrucchiera che è diventata musa di bellezza.

Il tuo profumo preferito, invece?

Non sono fedele ai profumi, ma devono sapere di incenso.

Qual è il tuo rapporto con il makeup?

Mi trucco poco, perché tendo a fare dei pasticci, che poi lavo via sconsolata. Cerco sempre qualcuno che m’insegni i segreti del contouring, ma senza successo… In ogni caso, mascara e terra sono i miei due must-have, con (a volte) il rossetto rosso (Pummarò di Espressoh).

Che cos’è per te la bellezza?

Credo di percepirla come un equilibrio tra ciò che si è e ciò che si riesce a trasmettere agli altri, con autenticità e grazia.

C’è qualcosa che non ti ho chiesto che vorresti aggiungere prima di salutarci?

C’è una cosa che amo e che non ho citato in queste risposte. Si tratta del calcolo del proprio arcano di nascita e vita. Questa attività speciale, che di solito eseguo durante gli eventi, è un regalo che possiamo farci tutti. Si tratta di scoprire con quale arcano risuona la nostra personalità profonda e quale invece simboleggia la missione della nostra vita secondo il grande gioco dei tarocchi. È uno sguardo sincero a se stessi e al proprio cammino, ma pieno di amore… e di leggenda. Urrà!

INTERVISTA: MUSA

FOTO: IRENE GUASTELLA