Jane Austen e il cinema: 10 film da guardare durante le feste
Tra fedeli trasposizioni cinematografiche, riscritture contemporanee e biopic più o meno romanzati, l’universo di Jane Austen continua a espandersi con una vitalità che forse solo Shakespeare può vantare. A 250 anni dalla sua nascita, Austen resta una presenza costante nel nostro immaginario: non solo per le sue storie d’amore indimenticabili, ma per la precisione con cui ha raccontato desideri femminili, dinamiche sociali, ambizioni, matrimonio e indipendenza. Per celebrare questi due secoli e mezzo dalla sua nascita, ecco dieci film tratti o ispirati alle sue opere e alla sua vita, che continuano a parlarci ancora oggi.
Ragione e Sentimento (Sense and Sensibility)
di Ang Lee
1995 (Netflix)
Un adattamento elegantissimo che riesce nell’impresa di essere fedele, emotivo e cinematograficamente raffinato. Un cast incredibile: Emma Thompson (che ha curato anche la sceneggiatura del film), Kate Winslet, Hugh Grant (nel pieno della sua goffo-ma-incredibilmente-affascinante era), Alan Rickman, Hugh Laurie (giovanissimo), Greg Wise (miglior Willoughby di sempre e rappresentante d’eccezione di quella famosissima categoria di maschi inaffidabili ma terribilmente attraenti). La regia di Ang Lee è misurata, rispettosa, attentissima ai sentimenti; Thompson e Winslet sono le sorelle che tutte avremmo sempre voluto avere e recitano due caratteri opposti, eppure visceralmente interconnessi, in modo magistrale. Da vedere e rivedere.
Persuasione di Roger Michell, 1995 (Prime)
Persuasione di Carrie Cracknell, 2022 (Netflix)
Anne Elliot, donna intelligente e praticamente invisibile nella propria famiglia, ritrova dopo otto anni l’uomo che aveva rifiutato per convenienza sociale, il capitano Frederick Wentworth. Quando la sorella di quest’ultimo prende in affitto la tenuta della famiglia di Anne, alla ragazza viene data la possibilità di tornare sui suoi passi e scegliere quello che il suo cuore desidera. Uno degli ultimi romanzi di Austen, uno dei più introspettivi. L’adattamento del 1995 coglie perfettamente la malinconia e la tensione repressa del romanzo. Ciarán Hinds e Amanda Root sono bravissimi nel costruire un’intera storia d’amore con sguardi profondissimi e convenevoli appena sussurrati. Se due non vi bastano, c’è anche la versione del 2007 (in Italia però non si trova su nessuna piattaforma). Quello del 2022 ha ricevuto svariate critiche (per aver un po’ troppo calcato la mano verso la modernità) ma rimane una visione piacevole, più incline alla leggerezza rispetto all’opera originale. Non tutti concorderanno, ma aiuta il fatto che nel cast ci siano Henry Goldin, Cosmo Jarvis e Dakota Johnson.
Ragazze a Beverly Hills (Clueless)
di Amy Heckerling
1996 (Paramount+)
L’adattamento di Amy Heckerling non è il più fedele, ma è probabilmente quello che ha colto meglio lo spirito irriverente e caustico di Emma. Cher Horowitz è una Emma Woodhouse perfettamente calata negli anni Novanta: ricchissima, convinta di sapere sempre cosa sia meglio per gli altri, animata da un genuino desiderio di «aiutare», anche quando nessuno glielo ha chiesto. L’arrivo di una nuova studentessa diventa l’occasione per mettere in scena un perfetto makeover che, come nel romanzo, finisce per rivelare più i limiti della protagonista che quelli degli altri. A trent’anni dalla sua uscita, Clueless rimane intelligente, divertente e incredibilmente citabile, Austen avrebbe probabilmente apprezzato.
Il diario di Bridget Jones (Bridget Jones’ Diary)
di Sharon Maguire
2001 (Netflix)
Tratto dal romanzo di Helen Fielding, in parte ispirato a Orgoglio e Pregiudizio, il film gioca apertamente con l’eredità austeniana: Mark Darcy non a caso si chiama così ed è interpretato da Colin Firth, proprio perché era stato Darcy nella celebre miniserie BBC. Bridget Jones trasporta i temi austeniani nella Londra contemporanea: la pressione sociale sul matrimonio, l’ansia di non essere abbastanza, il trope enemies-to-lovers, l’emancipazione sentimentale da uomini profondamente inadatti (sempre Hugh Grant, ormai entrato nella sua bad-boy era). Perfetto sempre, ma soprattutto nel periodo natalizio, Bridget Jones resta una rom-com intelligente, affettuosa e sorprendentemente fedele allo spirito di Austen, pur parlando un linguaggio completamente diverso.
Orgoglio e Pregiudizio (Pride and Prejudice)
di Joe Wright
2007 (Prime)
Uno degli adattamenti decisamente più amati e discussi, quello che ha trasformato Darcy che emerge dalla nebbia e la sua mano che freme dopo aver toccato quella di Elizabeth in immagini definitive dell’immaginario collettivo. Joe Wright opta per una regia emotiva, sensoriale, meno ironica rispetto al romanzo ma fortemente immersiva. Keira Knightley è un’Elizabeth Bennet impulsiva, vivace, orgogliosa; Matthew Macfadyen è un Darcy più introverso e vulnerabile rispetto alle versioni precedenti. Il film accentua il romanticismo e la tensione fisica, sacrificando in parte la satira sociale, ma regala un Orgoglio e Pregiudizio che parla d’amore con intensità visiva e musicale, che è diventato per moltissimi la porta d’ingresso dell’universo austeniano.
Becoming Jane
di Julian Jarrold
2007
Biografia romanzata della giovane Jane Austen prima che diventasse l’autrice che tutti conosciamo, con Anne Hathaway nel ruolo della protagonista e James McAvoy nei panni dell’irriverente Tom Lefroy. Il film racconta la loro ipotetica storia d’amore nell’Inghilterra del XVIII secolo, sospesa tra romanticismo e vincoli sociali: lui, avvocato irlandese senza mezzi, lei, scrittrice in erba combattuta tra l’aspirazione alla letteratura e le pressioni per un matrimonio vantaggioso. Se la relazione tra Austen e Lefroy è fortemente romanzata (ma va bene così visto che la chimica tra Hathaway e McAvoy è perfetta), il film usa questa messa in scena per esplorare i dilemmi che avrebbero poi animato i suoi romanzi: amore, indipendenza, convenzione sociale e desiderio di realizzazione personale.
Austenland
di Jerusha Hess
2013 (Prime, Youtube e Apple Tv)
Una fan accanita di Jane Austen si regala un viaggio a tema in Inghilterra. Ci sono i balli, i vestiti e, ovviamente, i triangoli amorosi. Contesa tra l’ombroso Mr Nobley e l’affascinante stalliere del resort settecentesco dove alloggia, dovrà in realtà capire cos’è rievocazione per le turiste e cosa realtà. Che Keri Russell (The Americans, Felicity) possa essere considerata una donna brutta e insignificante è la premessa più pretestuosa del film ma partendo da uno spunto divertente, giocando con i trope narrativi di Orgoglio e Pregiudizio e facendo affidamento su alcuni personaggi secondari brillanti (Jennifer Coolidge, per esempio, è sempre una garanzia) è una commedia romantica che entra a pieno diritto nell’universo cinematico di Jane Austen.
Emma di Autumn de Wilde, 2020 (Netflix)
Emma di Douglas McGrath, 1996 (Paramount+)
Emma, dopo il matrimonio della sorella e la morte della madre, vive sola con il padre che non tollera l’idea di perdere anche lei. La ragazza si adopera per i matrimoni degli altri soprattutto perché si crede più intelligente della media e refrattaria alle trappole amorose. Quando i suoi tentativi di combinare fidanzamenti falliscono clamorosamente, è costretta a confrontarsi con le proprie illusioni e realizzare che l’amore e la felicità si trovavano proprio di fronte a lei. Ana Taylor Joy e Gwyneth Paltrow a 24 anni di distanza interpretano lo stesso personaggio con risultati ugualmente soddisfacenti. Il film di De Wilde è divertente, ritmato, caratterizzato da una fotografia estremamente curata e da un cast maschile particolarmente appetibile composto da Josh O’Connor, Callum Turner e Johnny Flynn. Emma di McGrath è un adattamento più tradizionale, soprattutto in termini di messa in scena, ma ugualmente divertente. Unica pecca l’aver relegato Ewan McGregor a un ruolo più secondario quando sarebbe stato un fantastico Mr Knightley.
Fire Island
di Andrew Ahn
2022 (Disney+)
Uno degli adattamenti contemporanei di Orgoglio e Pregiudizio più riusciti, non tanto per la fedeltà filologica all’opera quanto per l’adesione allo spirito anticonformista e brillante dell’opera. Fire Island non è l’Inghilterra regency, ma la comunità gay dell’isola e i suoi codici sembrano rispecchiare egregiamente quelli della rigida società ottocentesca. Qui le aspettative riguardano il fisico, il successo e la desiderabilità, ma – anche negli anni duemila – per innamorarsi bisogna condividere dei valori ed essere pronti a ricredersi, mettendo da parte l’orgoglio e il pregiudizio (non su tutto però, e sicuramente non sulla monogamia).
TESTO: AMBRA USELLINI
ILLUSTRAZIONE: GIULIA BERTASI